L’eco di antichi miti pervade la Sabina. Nelle acque, nelle campagne, tra le coltivazioni, nei borghi e nei boschi è possibile percepire, ancora oggi, l’influsso benefico della divinità più misteriosa di questo territorio: Vacùna. La dea che c’è e non c’è, la dea silente. L’unico modo per trovarla, per percepirla, è contemplare la natura, dedicarsi ad essa. Il culto di Vacùna è legato alla fertilità, al raccolto, al riposo dopo il duro lavoro, ma anche alla vittoria. I sabini, e poi i romani, si rivolgevano a lei quando, dopo aver alacremente lavorato i campi, si ritrovavano nel caldo focolare domestico al termine di una giornata faticosa.